In ordine

Lavorare con la magia

All'interno di questa playlist troverete oltre 25 anni di esperienza sul campo lavorativo magico.
Scoprirete tutti i segreti per presentare e performare in maniera professionale un effetto magico.
Inoltre verrete a conoscenza dei segreti del mestiere che vi permetteranno di essere anni luce avanti ai vostri colleghi.
Gestione del pubblico, approccio al tavolo, affrontare gli imprevisti: queste sono solo alcune delle tematiche che affronterete
per diventare prestigiatori professionisti.

Reaction

All'interno di questa playlist troverete i commenti e le reazioni dei più grandi professionisti italiani
alle performance di altri artisti della magia internazionale e non. Analizzeranno i video commentandone le caratteristiche tecniche
e quelle performative, portando nel caso i loro miglioramenti e raccontandone la storia. Non mancheranno anche le reazioni alle peggiori
performance in quello che sarà a tutti gli effetti un nuovo Mai Dire Talk... in' magic

Teoria

All'interno di questa playlist troverete finezze, principi psicologici e dettagli che porteranno la vostra magia a un livello superiore. Lasciatevi affascinare dalla straordinaria versatilità ed efficacia della scuola spagnola, che vi permetterà di trasmettere al pubblico un ventaglio di emozioni straordinario. Scoprirete come far dimenticare alla mente degli spettatori ciò che volete e toglier loro ogni possibilità di spiegarsi ciò che hanno visto, rendendo la vostra magia un puro miracolo.

Correggiamo i classici

Potrebbe sembrare un'eresia, ma spesso i classici della magia contengono molte incongruenze che alla luce dei principi della magia moderna possono essere migliorati.
All'interno di questa playlist troverete i miglioramenti di Diego e degli ospiti del portale a quelli che sono a tutti gli effetti dei classici rivisti in maniera moderna.

Ipnosi

Una playlist dal sapore pseudoscientifico! Reazioni a performance e chiacchierate con i professionisti del settore che da anni manipolano il cervello dei loro soggetti per fargli fare cose al limite del possibile.
Analizzeranno i video più virali provenienti dal mondo dei talent e della televisione, le tecniche più sconosciute per ipnotizzare e tutti gli stadi di coscienza/incoscienza più profondi.
Non mancheranno ovviamente il confronto, la discussione e le analisi dei fenomeni più bizzarri e divertenti, in lunghe chiacchierate che hanno il solo scopo di insegnarvi o migliorare la vostra ipnosi da palcoscenico!

Giocoleria

Quante volte avete sentito o preso parte al vecchio dibattito di “Cardistry vs Magia”?
E se vi dicessimo che si tratta solo della versione più moderna del più classico “Giocoleria in ambito magico”?

All’interno di questa playlist verranno trattati argomenti capaci di far nascere in voi delle riflessioni di portata non indifferente sulla contaminazione tra l’arte magica e la più classica delle dimostrazioni di abilità.
Può la giocoleria favorire ed innalzare l’effetto magico, portando il pubblico a vivere un ampio spettro di emozioni che non leda la meraviglia, o è solo inquinamento che non fa bene a nessuna delle due?

Quali sono gli esempi da seguire e quali quelli da evitare?

Chi sono i personaggi che hanno reso grande la loro magia grazie a delle tecniche da giocoliere? E le loro esibizioni funzionano o sono solo il risultato dell’unione di due mondi incompatibili?
Scopritelo voi stessi, riflettete a vostra volta e portate avanti la discussione: basta un clic.

Gioco D'azzardo

Usare la propria abilità manuale per vincere a poker, blackjack o bridge? Non è così semplice come molti maghi immaginano, anche dopo aver imparato, servizi di vantaggio, falsi miscugli ecc... . Quindi: cosa serve per imbrogliare al tavolo verde? Le esibizioni ed il mondo reale sono davvero la stessa cosa, o si tratta di due mondi completamente diversi? Cosa potrebbe fare un baro prestato alla magia e cosa un mago potrebbe fare al tavolo verde? In questa playlist scoprirete i segreti dei bari, degli utili consigli per migliorare la vostra tecnica, aneddoti interessanti, divertenti e, soprattutto, imparerete come aggiungere quel pizzico di proibito nelle vostre esibizioni nel migliore dei modi.

Lezioni

In questa sezione troverete tutte le spiegazioni degli effetti che Diego ha mostrato nelle lezioni in giro per l' Italia da quelli più semplici da fare a quelli con tecniche più complesse. Ovviamente non vi verrà solamente spiegato il funzionamento del gioco, ma anche tutte le sottigliezze psicologiche che vi faranno avere degli ottimi risultati con il pubblico.

Pickpocket

PICKPOCKET
Il pickpocketing è l’arte di sottrarre denaro o preziosi da una persona di qualsiasi età o sesso senza che quest’ultima, al contrario dello scippo, se ne renda conto. Il soggetto che mette in atto quest’arte è denominato borseggiatore o, in inglese, pickpocket.

STORIA
Del pickpocketing, come fa notare Jim Ravel ( Theatrical Pickpocketing – pag.20 ), possiamo solo ipotizzare le origini storiche del pickpocketing, si pensa, però, che tutto possa risalire alla nascita delle toghe e alle prime “tasche”( con tasca, in questo caso, si intende un modo di portare beni con se in maniera comoda e pratica, come piccoli sacchetti ), con la nascita di esse è facile pensare quanto poco tempo sia servito prima che una persona decidesse di mettersi alla prova sottraendo quei piccoli, ma valorosi oggetti.
le ipotesi iniziano a trasformarsi in realtà intorno al 17’esimo secolo, quando i registri storici indicano un incredibile incremento dei borseggiatori, si può infatti sostenere che il periodo di maggiore attività dei borsaioli siano appunto il 17’-18’esimo secolo. Nel corso di questo periodo, più che di borseggiatori, si può parlare, come narrato in numerose ballate del tempo, di taglia borse, in quanto, ai tempi, non era assolutamente comune possedere tasche, il materiale importante era spesso inserito all’interno di sacchetti, legati tramite cordini e appesi alla cintura ( la tasca come la conosciamo oggi, che iniziò a diffondersi a macchia d’olio, come tasca del cappotto, in epoca vittoriana, nasce, appunto, prendendo spunto e cercando di imitare queste piccole borse da cintura ).
In epoca vittoriana il borseggio divenne un modo molto comune di sopravvivere in una società in cui la povertà dilagava. Il maggiore numero di borseggiatori di sesso maschile arrestati e condannati, risultavano molto spesso come giovani ragazzi di età compresa, solitamente, tra i 10 e i 20 anni, questo perchè, comunemente, le bande organizzate di criminali adottavano orfani, per mandarli in strada a derubare persone o taccheggiare negozi ( il taccheggio era un’altra forma di furto che andava per la maggiore all’epoca e consisteva - e consiste tutt’ora – nel furto di merce da esposizione ).Gli oggetti più comuni ad essere rubati dagli uomini erano i fazzoletti da tasca, non sempre di valore alto, infatti, spesso, i furti non risultavano premeditati, ma totalmente improvvisati a seconda delle situazioni ( Harry Houdini, nel suo libro “ the right way to do wrong “ nel capitolo 7 spiega come, dopo un furto, i borseggiatori scappassero improvvisando, appunto, fughe ingegnose, passando sotto cavalli o destreggiandosi tra la folla ).
La pena per il borseggiatore era la pena capitale tramite impiccagione, non solo per il pickpocket, ma anche per tutti i complici.

LA FIGURA DELLA DONNA
In epoca vittoriana, inaspettatamente, le donne che praticano pickpocketing superano di gran lunga il numero di borseggiatori di sesso maschile e la loro età media era anche notevolmente maggiore, era raro infatti vedere condanne di donne di età inferiore ai 20 anni. Le donne, spesso, agivano, a contrario degli uomini, in luoghi chiusi, questo perche, la prostituzione, oltre ad una diffusa professione, era anche il modo più semplice per avere a che fare con persone estremamente ubriache che, togliendosi i vestiti di proposito, risultavano prede facilissime. A contrario degli uomini che, come detto in precedenza, prediligevano oggetti di poco valore come fazzoletti, le donne avevano la possibilità di ottenere oggetti di grande valore, come borse di denaro o orologi preziosi. La figura femminile, inoltre, aveva altri vantaggi non di poco conto, come, per empio, il fatto che a furto avvenuto, era raro che l’uomo denunciasse, vergognandosi di ammettere di essere andato a balorde, oppure che una giuria molto raramente incriminava una donna, che poteva solo sostenere che la merce le fosse stata regalata.
La legge del tempo, inoltre, malvedeva l’uomo che usufruiva dei servizi delle donne, e spesso, il fatto che i vestiti erano stati tolti di proposito, bastava come scusa per assolvere la prostituta.

IL PICKPOCKETING E IL MONDO DELLO SPETTACOLO
L’arte del borseggiare le persone, essendo un’arte, non poteva non essere, prima o poi, sfruttata come forma di intrattenimento. Molti prestigiatori hanno, negli anni, approfondito e studiato questo affascinante argomento che utilizza alcune delle armi più potenti di un illusionista: misdirection e abilita di mano. In uno spettacolo a tema pickpocketing uno o più spettatori vengono derubati dal performer che, con ironia o contestualizzando effetti di magia, svuota le tasche delle “vittime” spesso ignare, ma, per poi, restituire tutto in modi divertenti e disparati. ( Pierre Jacques, nel libro “ niente nelle mani tutto nelle tasche” fa notare che il termine vittima sia inappropriato,in quanto il termine è un sostantivo femminile che sta a significare: soggetto che gli antichi sacrificavano agli dei. Questo è il motivo per cui anche qua lo trovate virgolettato ).
Il borseggio come forma di intrattenimento è stata per anni accreditata, come creazione, agli illusionisti Dr.Giovanni ( Adolph Herczog ) e Walter Sealtiel, questi due artisti solcarono i palchi più o meno negli stessi anni, nel 1920, ma si è sempre proteso a considerare il primo spettacolo a tema pickpocketing quello di Sealtiel. Ricky Dunn, nel suo libro “ the professional stage pickpocket “, a pagina 26, pero, fa notare come lo storico Billy McComb, sulla rivista Genii di luglio 1993, pubblico un articolo in cui mostrava una locandina datata 1906, in cui si poteva leggere chiaramente la frase “ The original and fist pickpocket “. Questo spettacolo, tenutosi alla London Canterbury Music Hall, fu a tutti gli effetti il primo spettacolo di pickpocketing della storia e l’artista geniale che porto il borseggio su un palco, dando origina ad una delle piu appassionanti branche della magia fu Max Frederick Brezinski, in arte Fred Brezin. Una descrizione accurata di uno di questi artisti pionieri di quest’arte la si può trovare sulla rivista “the sphinx “ di gennaio 1930, questo articolo tratta nel dettaglio l’esibizione di Sealtiel alla New York Assembly of The Society of American Magicians.
Nel corso degli anni numerosissimi artisti dalle più disparate parti del mondo si sono concentrati sul portare in scena quest’arte, alcuni dei più importanti esponenti del pickpocketing contemporaneo sono:
Borra: considerato il migliore esponente mai esistito, si esibiva principalmente in circhi e nightclub. È conosciuto come il re del pickpocket.
Jim Ravel: si esibì nei migliori locali americani, scrisse uno dei piu importante testi sull’argomento borseggio scenico: “ Theatrical Pickpocket “.
Ricky Dunn: famoso per unire comicità, magia e borseggio. Anche il suo nome è associato ad un importantissimo testo: “The Professional Stage Pickpocket “.
Bob Arno: famoso performer, noto per avere solcato grandi pachi e avere registrato un importante documentario per National Geographic.
James Freedman: Conosciuto come “ the man of steal “ fece da consulente per la famosa scena di pickpocketing presente nella trasposizione cinematografica del 2005 di “ Oliver Twist “.
James Brown: vinse il titolo, assegnatogli dal Magic Circle, di prestigiatore dell’anno nel 2006.
Apollo Robbins: famoso a livello planetario per avere derubato i servizi segreti americani di scorta al presidente Jimmy Carter nel 2001.

IL PICKPOCKET REALE OGGI
Ad oggi non è difficile incontrare esperti borseggiatori, in particolare nelle città più affollate, nelle metropolitane o sui bus. Ad oggi alcune città con il più alto rischio di furto sono Roma e Barcellona. I borseggiatori, solitamente, agiscono in gruppi, in modo da liberarsi il più presto possibile della refurtiva, passandola, per esempio, di mano in mano, circondando le vittime o urtandole. Escamotage creativi sono spesso usati, uno dei più noti è l’utilizzo di un braccio rotto finto, mentre il braccio reale è libero sotto un cappotto ( di questa idea si parla già nel libro sopra citato di Harry Houdini “ the right way to do wrong “, sempre nel capitolo 7). Non è raro trovare oggetti creati apposta, come anelli che nascondono una lama, con lo scopo di tagliare le tasche delle ignare vittime, in modo da sfilare il portafogli o qualsiasi oggetti dal basso. Un modo ingegnoso descritto sul testo “ Niente meni tutto nelle tasche “ di Pierre Jaques vede un anziano signore arrangiarsi pure essendo senza una mano. Lui sputava sulla schiena di una “ vittima “, per poi avvisare il malcapitato che, per pulirsi, si levava l’indumento e, nel gesto di aiutare, rubava dalle tasche.
Il borseggiatore contemporaneo non ha vita cosi difficile, come gà detto prima, si pensa erroneamente che tutto ciò che possediamo addosso sia come in una cassaforte, quindi tendiamo a porci meno attenzione, questo si rispecchia negli occhi del o dei borsaioli come una borsetta aperta, una tasca rotta, un cellulare troppo sporgente, insomma, occasioni d’oro. L’argomento del pickpocketing nella vita reale è trattato nel dettaglio nel documentario di Nationa Geographic condotto dal pickpocket Bob Arno.

IL PICKPOCKETING NELLA LETTERATURA
La figura del borseggiatore ha sempre affascinato molto il pubblico, la gente è convinta che tutto ciò che ha con se sia in una cassaforte, nulla di più sbagliato. Questa passione del pubblico non passo inosservata da alcuni scrittori del passato che, nelle loro opere, hanno inserito molti riferimenti o personaggi appartenenti a questo mondo criminale. L’esempio più famosi di una storia che ruota quasi totalmente attorno al borseggio è, senza ombra di dubbio, “ Olive Twist “ di Charles Dickens. Questa opera rispecchia a pieno il disagio del tempo, mostrando come proprio gli orfani bambini erano incaricati dei compiti più pericolosi. Degni di nota erano i personaggi di Fagin, avido capo della banda non che sfruttatore e il giovane The Artfull Doger, bambino esperto borseggiatore, punta di diamante di questa associazione criminale. Da questa opera sono stati tratti film, opere teatrali e musica e in tutti vi è rappresentata una scena celebre in cui i ragazzi borseggiano Fagin per dimostrare ad Oliver come si “ lavora “. Un'altra opera storica che tratta anche l’argomento è “ Moll Flanders “ di Daniel Defoe.

IL PICKPOCKET NEL CINEMA
Come per la letteratura, anche il cinema ha sfruttato il fascine e il mistero della figura del borsaiolo, esempi sono le trasposizioni di “ Oliver Twist “, del quale, nel 2005, Roman Polanski fece una trasposizione cinematografica con la consulenza di James Freedman. Altro film degno di nota é “ Diario di un ladro “ film giallo del 1959 di Robert Bresson, considerato uno fra i massimi capolavori dei film francesi sotto la consulenza di Kassagi. In tempi piu moderni la figura del borseggiatore appare anche nel film “ Focus “ di Glenn Ficarra, film del 2015 che chiede consulenza ad Apollo Robbins, mentre, nel film “ Now You See Me “, uno dei protagonista usa le sue doti di mago per rapinare i passanti.

Origami Box

L'Origami Box è un'illusione magica, da palcoscenico, che ha come tema l'Arte della piegatura della carta giapponese.

Progettato da Jim Steinmeyer, fu originariamente eseguito nel 1986 dall'illusionista canadese Doug Henning, usando l'illusione costruita John Gaughan ( il famoso costruttore di illusioni). L'illusionista David Copperfield ha successivamente introdotto cambiamenti di presentazione che sarebbero stati ampiamente copiati da altri artisti.



VERSIONE DI DOUG HENNING:

Origami fu interpretato per la prima volta dal mago canadese Doug Henning nel 1986. A quel tempo, il designer Jim Steinmeyer era impiegato come consulente magico da Henning.

Nella presentazione originale, Henning mostra una piccola scatola di 12 pollici quadrati e decorata con stampe in stile giapponese, sopra un tavolo sottile. Spiega che la scatola è tenuta insieme da due spiedini d'avorio e un palo di legno. A questo punto, un assistente appare sul palco portando un grande specchio, montato sul retro del tavolo e che riflette il retro della scatola. Henning spiega che lo scopo dello specchio è consentire al pubblico di vedere la routine da dietro. Gli spiedini di avorio e l'asta di legno vengono ora rimossi dalla scatola e posizionati contro lo specchio. Henning dice al pubblico che Origami Box è così chiamato perché "si svolge, come un'opera d'arte Origami". Procede a aprire la scatola in una più grande scatola arancione e nera. Spiega inoltre che la scatola ha lo stesso valore quando viene ripiegata piccola come quando viene aperta di grandi dimensioni. Per dimostrarlo, un'assistente che indossa un costume turchese appare sul palco e sale nella scatola. Henning sottolinea che si adatta a malapena all'interno della scatola più grande; e quindi procede a piegare la scatola verso il basso nella sua dimensione originale più piccola. Mentre lo fa, recita una breve poesia:

"A little box, proved otherwise
The world at large, made small in size!"

L'assistente è scomparsa dal tavolo e sembra impossibile che possa essere dentro la scatola da 12 pollici. Henning ora prende gli spiedini di avorio e l'asta di legno e li inserisce nuovamente nella scatola, incrociano vie, lunghezze e verticalmente. Ora ruota il tavolo, mostrando la schiena per la prima volta. Non c'è traccia dell'assistente. Henning scherza sul fatto che, la prossima volta che viaggeranno, prenderà il suo assistente come bagaglio a mano. Ora dice al pubblico che i giapponesi credono che tutto ciò che può essere piegato possa anche essere spiegato. Mentre lo fa, inizia a aprire la scatola e recita il resto della poesia:

"And as they gazed, the wonder grew
The more they saw, the less they knew
Each fold and crease had not explained
All wonders of the world contained!"

L'assistente emerge dalla scatola, ora vestito con un abito diverso e indossa una maschera.



VERSIONE DI DAVID COPPERFIELD:

David Copperfield ha introdotto una serie di modifiche alla presentazione di Origami nel 1989, ideata dalla sua coreografa, co-regista e assistente sul palco Joanie Spina . Le coreografie, la musica di sottofondo e il modello di presentazione utilizzati in questa versione sono stati tutti ampiamente copiati da altri artisti.

Copperfield mostra una scatola rossa, circa 12 pollici quadrati, su un tavolo sottile. È penetrato da tre spade Samurai: "da un lato all'altro, da un lato all'altro, e persino dall'alto verso il basso". Un assistente maschio monta uno specchio sul retro del tavolo e Copperfield spiega che ciò consente al pubblico di "vedere la scatola da ogni parte e dalla parte posteriore in ogni momento". Copperfield chiede al pubblico di guardare con molta attenzione "perché lo faremo molto lentamente". Le luci si spengono, lasciando il palco nell'oscurità. Parte la colonna sonora musicale di "Mercy Street" di Peter Gabriel . L'illuminazione viene lentamente ripristinata per rivelare Copperfield, in sagoma, che regge una delle spade del Samurai. Alle sue spalle si vede un'assistente vestita di rosso, seduta sul pavimento del palcoscenico. Copperfield rimuove ciascuna delle spade dalla scatola con uno scatto e le monta su un rack vicino, prima di aprire la scatola al suo stato espanso. La scatola più grande è bianca. Copperfield si avvicina all'assistente femminile, le prende la mano e la solleva in piedi. I due si abbracciano brevemente, al ritmo della musica, e poi sale sul tavolo. I due si abbracciano di nuovo. L'assistente entra quindi nella scatola, che Copperfield ripiega in un cubo da 12 pollici. Prende a turno ogni spada, con uno scatto, e le trafigge attraverso fessure al centro di ogni faccia della scatola; il primo da davanti a dietro, il secondo da un lato all'altro, quindi si trova sul tavolo per inserire la terza spada dall'alto verso il basso. Ora ruota il cerchio al tavolo per mostrare tutti i lati. Quindi rimuove le spade, apre nuovamente la scatola a grandezza naturale e l'assistente esce incolume sul tavolo. Ora indossa un costume bianco, abbinato alla scatola espansa. Copperfield la solleva dal tavolo e si abbracciano un'ultima volta mentre le luci si abbassano.



VERSIONE DI GREG FREWIN

L'illusionista Greg Frewin ha sviluppato una versione di Origami in cui un panno nero è posizionato sopra lo specchio; lo specchio viene quindi rotto e tre dei frammenti rotti vengono utilizzati per penetrare nella scatola. Infine, lo specchio viene ripristinato.



L'attrezzo originale Origami è stato costruito dal costruttore di illusioni John Gaughan.
Le attuali versioni autorizzate sono concesse in licenza a Gaughan e Wellington Enterprises del New Jersey, Stati Uniti.
Il design è protetto dal brevetto statunitense n. 593178, rilasciato nel 2009 e in scadenza nel 2023.

Gioco delle 3 carte

Il gioco delle tre carte è una vera e propria truffa da strada che permette all’esecutore di vincere la somma di denaro scommessa dalla vittima.

Il gioco consiste nel disporre le tre carte, due uguali è una diversa (spesso una donna o un asso), sul tavolo; girale a faccia in basso e mescolarle. Se la vittima riesce ad indovinare dove si trova la carta diversa alla fine del miscuglio vince i soldi, se sbaglia li vince l’esecutore.

Il trucco sta nel far credere alla vittima che stia seguendo la carta diversa, ma l’esecutore lo fa in modo che la vittima perda di vista la carta giusta e inizi a seguire una delle due carte uguali. Il miscuglio, proprio per questo motivo, non è mai fatto velocemente ma lentamente in modo che sembri semplice seguire la carta giusta, altrimenti la vittima potrebbe indicare una carta a caso e avere 1 possibilità su 3 di indovinare la carta giusta.

Il gioco, per essere eseguito al meglio, richiede più persone di quanto si possa pensare:
- l’esecutore: il più bravo a muovere le carte e a convincere la gente a giocare;
- 2 finti sfidanti: complici dell’esecutore che lo sfidano e riescono a vincere;
- 2 pali (facoltativi): servono per avvisare gli altri se si avvicinano delle forze dell’ordine.

I primi cenni storici inerenti a questo effetto o, per lo meno, ad una sua variante con più carte risalgono al 1408, ma non viene fornita una descrizione del metodo. Nel capitolo 11 della rivista “ Magia “ Gianfranco Preverino scrive che queste informazioni risalgono ad una lettera di remissione indirizzata al re di Francia Carlo VI. In questa lettera, un tale Colin Charles, chiede perdono per avere imbrogliato un commerciante bretone facendolo scommettere, tramite un gioco in cui la vittima doveva individuare una carta vincente tra altre perdenti. Un primo riferimento alla mossa chiave del gioco, questa volta, però, usata con dei mazzetti invece che con carte singole, si ha nello scritto da anonimo “ manoscritto di asti “, scritto nel 1700. La mossa fatta con le carte singole, per lo meno per cio che riguarda le illustrazioni grafiche, pare risalire, invece, al 1861, reperibile nel libro “ Les trickeries des Grecs Devoilées “ di Jean Eugène Robert-Houdin, mentre, il maneggio corrente, risale al 1876 in “ Modern magic “ del Professor Hoffmann. Degno di nota è il libro “ Forty years a gambler on the Mississippi “ una autobiografia scritta da George Devol, narra la vita dell’autore che, per 40 anni, ha passato le sue giornate sui battelli del fiume eseguendo questa famosa truffa e barando quando poteva ai piu svariati giochi e scommesse. La truffa in se, probabilmente, ha origine nel 1700, sempre Gianfranco Preverino porta nel suo articolo un estratto molto interessante di un fatto avvenuto nel 1783 ( estratto dal libro “ le bische e i giuochi d’azzardo a Venezia “ di Giovanni Dolcetti del 1903 ) dove un uomo confessa agli “ esecutori contro la bestemmia “ in cosa consisteva il gioco, spiegando chiaramente la famosa dinamica della truffa.

Il gioco delle tre carte è una variante del famoso gioco delle tre campanelle, una truffa che si svolge allo stesso modo ma invece delle carte si usano tre coppette è una pallina che, mentre le coppette vengono mescolate, viene fatta uscire e impalmata dell’esecutore in modo che, qualsiasi coppetta scelga, la vittima non vinca mai.

Homing card

Homing Card è un effetto classicao della magia delle carte in cui una carta continua a tornare indietro (in tasca o nel mazzo).

• TASCA •

Una carta si sposta ripetutamente e magicamente nella tasca del prestigiatore.

- Louis Tannen, Stars of Magic Series 4, No. 2: Francis Carlyle's Homing Card (1948). E' una carta in tasca ripetuta in più fasi.
(Sebbene per molto tempo la creazione di questa routine sia stata attribuita a Francys Carlyle, esiste un'affidabile fonte aneddotica che indica Jimmy Grippo come l'ideatore della parte più significativa dell'effetto, il quale poi l'avrebbe mostrata a Carlyle.)

• MAZZETTO DI CARTE •

Una carta viene ripetutamente rimossa da un mazzetto di carte, ma continua a tornarci.

- Fred Kaps: L'esecutore spiega che "ha sempre invidiato i maghi che possono manipolare 52 carte", e quindi si è esercitato ed è "già in grado di manipolare cinque carte!". Le mostra: quattro delle carte sono carte numeriche e la quinta è una regina del colore opposto. L'esecutore scarta la regina, ma questa riappare nel mazzetto di quattro carte. Man mano che la routine avanza, l'esecutore diventa sempre più perplesso dalla sua incapacità di scartare la regina. Questo si ripete fino a quando l'esecutore non viene lasciato con una singola carta, che da essere una carta numerica si trasforma nella sfuggente Regina un momento dopo.

• VARIAZIONI •

- Jean Hugard: Card Manipulations – N°. 2 "The Homing Belles" pg. 26

- Frederick Braue, Showstoppers with Cards © 1948 by Jean Hugard. La routine ora conosciuta con il nome di "Homing Card" è una delle prime creazioni di Braue ed è descritta in questo libro per la prima volta.

- Arthur Buckley, Paul Rosini's Magical Gems, A Memorial © 1950 Steele, W.F. (Rufus) - Deluxe Edition by Edward O. Drane & Co, The Homing Aces pg. 62

- Paul LePaul, The Card Magic of Bro. John Hamman S. M., Autoprodotto 1958, "The Elusive Burglar" pg. 27. E' una routine di carta in tasca avente come climax finale la carta scelta ritrovata nel portafoglio.

- Ed Marlo,Tops 1963 Trick Annual [Rivista], 1963 by Neil Foster, "Original Homing Card Routine" pg 4. The Olram File (Issue 14) 1990-1993 by Jon Racherbaumer & Ed Marlo - The Cardician Press, "Honing Homing" pg 10.

- Larry Jennings, Expert Card Mysteries by Alton Sharpe 1969. The Homing Card & The Larry Jennings Video VHS by A-1 Multimedia. The Homing Card & The Classic Magic of Larry Jennings ©1986 by Mike Maxwell L&L Publishing, pg 171. Una Homing Card con cinque carte rosse numeriche e un asso di colore opposto che continua a tornare indietro con una presentazione completamente diversa da quella di Kaps.

- Roger Pierre, The Magic of Francis Carlyle (1975), Quinta Lezione. Versione aggiornata e rivisitata della Homing Card.

- Tom Ogden, Wild Card Miracles, 1977 by Frank Garcia, "High Jumper" pg 116. Qui si usa una carta doppia faccia.

- Mike Rogers, The Ascanio Spread 1980 by Jon Racherbaumer, "Homing Card" alla Ascanio.

- Mike Caveney, Magicomedy – A serious Look at Some Humorous Magic, Magical Publications 1981, "The Homing Card Comes Home", pg. 77. Effetto con 4 carte giganti.

- Francis Carlyle, Francis Carlyle Lecture Notes (1985), The Homing Card - Updated

- David Williamson, Williamson's Wonders by Richard Kaufman, 1989, “51 Cards to Pocket” pg. 77. Qui come sorpresa finale si ha che tutto il mazzo finisce in tasca al posto della carta scelta. Sebbene questa l'origine di questa idea gli sia spesso attribuita, in realtà, ha diversi predecessori. Il nocciolo della trama è stato lanciato da Al Baker con "Gee !!" nel suo "Book Two", 1935, pg. 7. In "Gee !!", l'esecutore annuncia che farà svanire dal mazzo due carte scelte. Ma invece le selezioni rimangono mentre il resto del mazzo svanisce e viene riprodotto da una tasca. Nel 1953, Tommy Vanderschmidt contribuì con "The Repeat Card in Hat" da "Come a Little Closer", 1953, p. 9. In esso, il mago posiziona un cappello a cilindro sul tavolo e magicamente fa sì che una carta scelta viaggi due volte verso il cappello. Nel tentativo di ripetere l'effetto una terza volta, il mazzo viaggia verso il cappello, lasciando solo la selezione nella mano del mago. Don England ha portato l'ormai comune "deck-ditch finale" di Card to Pocket nella sua “Fase 51”, in T.K.O. di Don Mendoza di John Mendoza: Technical Knock Outs, 1981, p. 15. Gordon Bruce ha successivamente pubblicato un'applicazione del deck-flight a sorpresa nele sue "Lecture Notes" di Gordon Bruce, 1985, np. Bruce lo usò come il culmine di una routine di Homing Card chiamata "The Travel Sick Card".

- Bruce Cervon, Ultra Cervon by Bruce Cervon & Stephen Minch, L&L Publishing, 1990, "Repeat Aces to pocket" pg. 47; "The Fabulous Cards to Pocket" pg. 58.

- Roberto Giobbi, Card College Vol. 2 1992-1996, "Homing Card Plus" pg. 271. Una carta firmata finisce per due volte in tasca. Come climax finale è l'intero mazzo di carte a finire in tasca, eccetto la carta scelta.

- Jon Racherbaumer, Card Fixes 1990, L&L Publishing, "Homing Kings" pg 56.

- Aldo Colombini, Greater Magic Teach In DVD, 1997 by Joe Stevens, "the Homing Card".

- Jim Krenz, Greater Magic Teach In DVD 1997 by Joe Stevens: The Homing Card.

- Bruce Cervon, Hard Boiled Mysteries, L&L Publishing 1998, "Come Back To Me" pg 68.

- Jerry Mentzer, Fechter: The Magic of Eddie Fechter, Magic Methods 2003, "Eddie Fechter's homing card" pg. 125.

- Michael Close, The Ultimate Workers DVD Vol 2, "Flying Home". Questa è la versione di Michael Close della Homing Card. Una carta firmata vola in tasca per due volte. Come climax finale è l'intero mazzo di carte a finire in tasca, eccetto la carta scelta.

- Daryl, Revelation DVD Vol 2, "Homing Card".

- Guy Hollingworth, Drawing Room Deceptions by Guy Hollingworth - Mike Caveney's Magic Words 1999, "The Homing Card" pg. 106.

- Jean Hugard: Card Manipulations – N°. 2 "The Homing Belles" pg. 26

- Bob Hummer: The Hummer Card by Jon Jensen. Un'aggiunta carina alla Homing card.

- Bob King, Best Of Friends Vol III, 2007, by Harry Lorayne - Harry Lorayne, Inc., "No Place Like Home" pg 60.

- Ken Krenzel, Scam and Fantasies with Cards by Darwin Ortiz. L'acqua e olio qui presente include la tecnica "Pressure Hide-Out" di Ken Krenzel che è veramente pulita, solida e utile a nascondere un piccolo gruppo di carte in un nastro che può essere molto utile in una Homing Card.

- Nathan Krenzo, The Heat of the Desert Lecture Notes 2004 Nate Kranzo, "Homing Tie" pg 6. Una variazione della carta in tasca o della carta nel portafoglio, la carta finisce nascosta dietro la cravatta del mago.

- Bill Malone, Malone Meets Marlo DVD Vol 1, The Homing Card. Una classica versione che non richiede tecniche difficili e che si realizza grazie all'uso della Buckle count.

- Darwin Ortiz, Strong Magic. Un riferimento alla Homing Card. Designing Miracles Temporal Displacement, Caso di studio: Carlyle's Homing Card pg 59/70/171.

- Michael Vincent, The Tapestry of Deception Part 1 "The Introduction".

- Matteo Filippini, “Homing Card” - Piccolo studio sulla Carta in tasca di Francis Carlyle, 2015

- Alex Hansford, DEMO, Vanishing inc. download. Qui Alex Hansford esamina la classica routine di "Carta in tasca". Incluso nella spiegazione ci sono i consigli di Alex sulle impalmaggio, produzione di carte da varie tasche, gestendo le linee degli occhi degli spettatori e molto altro.

- Kiko Pastur, Under The Bridge DVD, 2017, "Homming deck"

- Sirio Alfieri, Stolen, 2018, "Card to..." pg. 29. Carta in tasca coreogrgafata per mezzo di una tecnica innovativa.

Mazzo invisibile

La presentazione “classica” utilizzata per la messa in scena del “mazzo invisibile” è sempre stata attribuita a Eddie Fields, che, in “The Greater Artful Dodges of Eddie Fields” la utilizza in una routine con l'Ultra Mental Deck di Joe Berg creato nel 1936, anche se già nel 1929, Judson Brown pubblicò su “The sphinx”, “A super reverse problem”, un mazzo invisibile fatto con la cera per prestigiatori.
Fields dichiarò che l'idea per la sua presentazione fu creata poco dopo il 1942 mentre si trovava in un ospedale militare per far visita ad un amico che fingeva di essere mentalmente instabile. Questo amico mescolò un mazzo immaginario e invitò Fields a giocare a poker con lui. Fields vide il potenziale per una presentazione da legare all'Ultra Mental Deck.

Tuttavia, Bill Abbott, nel suo libro “Cocktail Card Magic”, rivela una scoperta che ha fatto durante la proiezione di un cortometraggio intitolato “Oliver The Eighth”, con Stan Laurel e Oliver Hardy, pubblicato il 13 gennaio 1934, almeno 8 anni prima che Eddie Fields iniziasse a lavorare alla sua presentazione. Questo film potrebbe essere stato la fonte, se non l'origine, delle gag classiche utilizzate oggi. Nel film, Jack Barty, un attore comico che interpreta un personaggio di nome Jitters, esegue un'intera scena con un mazzo invisibile, rimuove il mazzo da un astuccio vuoto, lo scuote per prendere tutte le carte, le mescola, le taglia e poi inizia a giocare ad un solitario. Stan Laurel si avvicina e lo vede mentre gioca, Barty raccoglie le carte invisibili e ne fa scegliere una a Laurel e successivamente Barty nomina il sette di quadri che si rivela essere la carta scelta.

Nonostante ciò, l’idea potrebbe essere ancora più antica, infatti a partire dal 1922 troviamo descrizioni di vari sketches comici in cui si giocava a carte con un mazzo immaginario o invisibile; ad esempio, il 25 giugno 1922, su “Morning Telegraph” si legge di un attore, Hamtree Harrington, che gioca a poker con carte invisibili. Ad avvalorare però la tesi che fu “Oliver The Eighth” la svolta per questo effetto, furono sia i numerosi studi fatti dopo la sua uscita, sia il fatto che fu il primo ad inserire un “gioco di magia” nella scena.
Theodore Annemann descrisse su “The Jinx, n. 12” del 1935, con il titolo "WANTED - Una routine di carte senza carte!", un effetto in cui un mazzo invisibile viene mescolato, si mette in tasca, si fa nominare una carta e la stessa viene estratta dalla tasca (senza un metodo). In seguito, Grant offrì due metodi per realizzarlo in “50 Crazy Card Stunts” del 1939, uno con il classificatore, l’altro con una forzatura verbale che restringe il numero di carte nominabili.
Tuttavia, Bill Mullins trovò su “The Magic World, Vol.6” del 1923, alcune citazioni, tra cui: “Leslie Henson, con un mazzo di carte immaginario, stava facendo un trucco immaginario. È stato stranamente divertente.", non vengono fornite ulteriori informazioni riguardanti il "trucco immaginario" di Henson e le sue gag.

Brainwave

La storia di questo particolare mazzo ha origine nei primi del '900. Edward Bagshawe nel 1928 pubblica lo "Optica Deck", un mazzo ispirato allo Svengali ma con l'accortezza di attaccare, per ogni coppia, la carta corta a quella lunga con della cera per prestigiatori e di utilizzare carte con dorsi di diverso colore. Il mazzo costruito in questo modo consentiva di fare vedere che la carta scelta avesse dorso diverso dalle altre e inoltre di mostrare che, ad eccezione della selezione, le carte fossero tutte uguali di faccia. Alcuni appunti storici reperiti da Karl Fulves fanno notare che lo sviluppo di questo mazzo iniziò nel 1921, rendendolo probabilmente il primo Brainwave Deck.

Nel 1929 Judson Brown pubblica a "A Super-Reverse Card Problem" su The Sphinx Marzo 1929. Si tratta di un metodo per fare in modo che una carta nominata si volti faccia in alto rispetto alle altre. Si tratta chiaramente del principio conosciuto oggi come "Mazzo Invisibile", anticipando di 8 anni la pubblicazione di Joe Berg a lungo ritenuto l'inventore. L'idea di Judson tuttavia prende spunto da una idea di Eric Impey, "Mysto, the Masterpiece" pubblicata nel 1928 su Original Card Mysteries, nella quale si utilizza la cera per produrre un effetto dove una carta, solamente vista, sparisce totalmente.

Grazie a Dai Vernon finalmente appare il nome di Brainwave Deck su The Jinx Ottobre 1938. Qui Vernon propone una routine molto simile a quella di Judson Brown, accreditando poi a Paul Fox l'idea del far cambiare dorso alla selezione.

Carta nel portafoglio

La carta nel portafoglio è un tema classico nel mondo della prestigiazione e consiste generalmente nella trasposizione di una carta scelta, da un mazzo di carte(o qualsiasi altro posto) fino ad un portafoglio che può, in alcuni casi, essere mostrato fin dall’inizio oppure solamente nel momento finale dell’effetto. Tuttavia con il passare del tempo questo tema si è evoluto e quindi esistono un sacco di variazioni e mix di quest’ultimo con altri temi.

Sicuramente una delle prime apparizioni di quest’effetto che si possono trovare appare nella seconda edizione uscita nel 1782 di “Rational recreations Vol. 4” di William Hooper (la cosa interessante è che questo non è un libro totalmente di magia bensì di esperimenti di fisica, in cui però sono descritti verso il fondo alcuni giochi con le carte). La particolarità di questa versione è che utilizza un complice che conosce già l’identità della carta che si trova all’interno del portafoglio.

Col tempo però anche il metodo si è evoluto infatti il grande Jean Eugène Robert-Houdin ha introdotto la firma della carta scelta e il trasferimento nel portafoglio per mezzo di un impalmaggio. L’effetto in questione, in cui descrive queste novità, si chiama “The Card in the Pocketbook” e si trova in “Les Secrets de la Magie et de la Prestidigitation” (1868).

Nel 1910 Henry Hatton e Adrian Plate all’interno di “Magicians' Tricks: How They Are Done” nel gioco “Card in the Pocketbook” hanno introdotto un metodo per caricare una carta scelta all’interno di una busta apparentemente chiusa che si trova a sua volta all’interno di un portafoglio. Si può dire che questo sia un po’ l’antenato del famoso “Card in Wallet” di Ed Balducci.

Nel 1991 viene pubblicato il libro di Jerry Mentzer chiamato “Card to Wallet the Book” dedicato interamente a questo tema. Al suo interno sono presenti nove capitoli in cui affronta una miriade di versioni di questo effetto (mischiandolo anche con altri temi famosi), passando da portafogli truccati a non. Inoltre viene anche spiegata la storia e la composizione di ogni tipo di portafoglio truccato. Sicuramente un libro pieno di spunti e idee per poter eseguire questo gioco al meglio.
-ALCUNI DEI PORTAFOGLI TRUCCATI:

-LE PAUL WALLET:
Nel 1949 viene pubblicato il libro “The Card Magic of Le Paul” e al suo interno viene riportato il gioco “Cards in a Sealed Envelope”(traduzione: “carte in una busta sigillata”). All’interno della spiegazione non viene però mai accennato l’utilizzo di nessun tipo di portafoglio. In realtà Paul Le Paul nell’esecuzione di questo effetto ha usato varie volte un portafoglio (inserendo quindi la busta sigillata all’interno di esso) ma non ha incluso questa parte nel libro considerandola solo come un’elaborazione del gioco stesso e non come un gioco diverso.
L’effetto in questione consiste in 4 assi(oppure anche carte scelte) firmate dagli spettatori e inserite al contrario in un mazzo a faccia in alto. Successivamente il prestigiatore tira fuori dalla giacca una busta sigillata e vengono ritrovate all’interno le carte firmate precedentemente mentre nel mazzo le carte girate al contrario sono diventate 4 casuali.
Il “Le Paul Wallet” originale è molto semplice e consiste in un unico pezzo di pelle piegato a metà e chiuso con una zip sui lati.
Il problema di quest’ultimo è il fatto che è stato creato unicamente come oggetto da esibizione e quindi è poco utilizzabile come portafoglio di tutti i giorni(non ha né scompartimenti per le banconote né per documenti e tessere). Per ovviare a questo problema Larry Jennings ha ridisegnato quest’oggetto inserendolo all’interno di un “portafoglio da segretario”. Questo cambio ha reso il “Le Paul Wallet” molto più naturale all’apparenza e utilizzabile in situazioni non di spettacolo.

-“CARD IN WALLET”-ED BALDUCCI:
Pubblicato ad Aprile del 1958 all’interno di “Hugard's Magic Monthly” questo gioco ha dato il via ad una vera e propria rivoluzione all’interno di questo tema. L’effetto sostanzialmente consiste in una carta scelta e firmata da un primo spettatore e rimessa successivamente all’interno del mazzo di carte, successivamente il mago tira fuori un portafoglio(con al suo interno un mini-blocco note) e scrive e lascia sul tavolo una previsione. A questo punto un secondo spettatore taglia in un punto del mazzo e la carta su cui è capitato si rivela essere la stessa scritta sulla predizione. Infine la carta scelta e firmata all’inizio viene ritrovata dallo spettatore all’interno di una tasca chiusa con la cerniera nel portafoglio.
Successivamente, nel 1974, Fred Kaps condivide il concetto di una “guida mobile” ( che manca nella versione originale del Balducci) , per caricare le carte all’interno del portafoglio, con Ken Brooke che più tardi la mette in commercio con il titolo di “The Working Performer’s Card in Wallet” (citando ovviamente Balducci). Questa guida è stata progettata per potersi muovere in verticale e per poter restare estesa mentre il portafoglio si trova in tasca.
Poco tempo dopo due prestigiatori, noti come Emerson e West, mettono in commercio “Pocket SECRET-ary” combinando insieme le idee di Kaps e Balducci modificando solo la posizione della guida mobile.

-MULLICA WALLET:
Nel 1975, dopo averlo usato lui stesso per diversi anni, Tom Mullica mette in commercio il suo portafoglio truccato chiamandolo “Tom Mullica’s Miracle Card-in-Wallet”. I diritti sull'effetto sono stati successivamente acquistati da Magic Methods e la maggior parte dei maghi ora chiama questo attrezzo "Mullica Wallet". Rispetto ad altri, questo, ha diversi vantaggi tra cui le dimensioni(può essere usato come portafoglio da tutti i giorni), la possibilità di non dover usare per forza un impalmaggio per caricare una carta e il fatto che una volta messo via, finita un’esibizione, è fin da subito riutilizzabile.
Esso sostanzialmente consiste in due portafogli uno dentro l’altro nel quale solo quello interno è truccato. Quest’ultimo ha appunto un apertura nel lato inferiore nel quale si può inserire la carta da caricare.

-HIMBER WALLET:
Questo famoso portafoglio viene utilizzato principalmente come dispositivo di scambio per molti effetti. La sua unica caratteristica è quella di avere due scompartimenti (identici) mentre gli spettatori ne vedono solo e sempre uno. Aprendo un lato del portafoglio, si scopre uno scomparto. Invece quando l'altro lato viene aperto, alla vista degli spettatori c’è il secondo scomparto.
Originariamente messo in commercio da Richard Himber, viene venduto come “Bill Fooled”.Successivamente, sempre Himber, commercializza una versione avanzata di quest’ultimo chiamandolo “Improved Bill Fooled”. Oltre a questi due ne ha venduto un altro chiamandolo “ Trick-A-Rette Case” nel quale la parte centrale del portafoglio è stata costruita come un contenitore per le sigarette.
Al giorno d’oggi tutti i portafogli con queste caratteristiche vengono denominati “Himber”, come il creatore.

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