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La storia di questo particolare mazzo ha origine nei primi del '900. Edward Bagshawe nel 1928 pubblica lo "Optica Deck", un mazzo ispirato allo Svengali ma con l'accortezza di attaccare, per ogni coppia, la carta corta a quella lunga con della cera per prestigiatori e di utilizzare carte con dorsi di diverso colore. Il mazzo costruito in questo modo consentiva di fare vedere che la carta scelta avesse dorso diverso dalle altre e inoltre di mostrare che, ad eccezione della selezione, le carte fossero tutte uguali di faccia. Alcuni appunti storici reperiti da Karl Fulves fanno notare che lo sviluppo di questo mazzo iniziò nel 1921, rendendolo probabilmente il primo Brainwave Deck.
Nel 1929 Judson Brown pubblica a "A Super-Reverse Card Problem" su The Sphinx Marzo 1929. Si tratta di un metodo per fare in modo che una carta nominata si volti faccia in alto rispetto alle altre. Si tratta chiaramente del principio conosciuto oggi come "Mazzo Invisibile", anticipando di 8 anni la pubblicazione di Joe Berg a lungo ritenuto l'inventore. L'idea di Judson tuttavia prende spunto da una idea di Eric Impey, "Mysto, the Masterpiece" pubblicata nel 1928 su Original Card Mysteries, nella quale si utilizza la cera per produrre un effetto dove una carta, solamente vista, sparisce totalmente.
Grazie a Dai Vernon finalmente appare il nome di Brainwave Deck su The Jinx Ottobre 1938. Qui Vernon propone una routine molto simile a quella di Judson Brown, accreditando poi a Paul Fox l'idea del far cambiare dorso alla selezione.