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L’Hamman count è una falsa conta creata da Bro. John Hamman, sviluppata per mostrare un numero dispari di poche carte, nascondendo la parte inferiore del mazzetto. La prima pubblicazione di questa conta risale al 1958, sul libro scritto da Paul LePaul “The Card Magic of Bro. John Hamman S.M.”, dove viene descritta a pag. 41 per il classico effetto, anch’esso creato dal geniale prestigiatore, “The Mystic Nine” (lo stesso effetto spiegato all’interno del Card College 2 di Roberto Giobbi a pag. 297). Probabilmente Hamman creò la tecnica proprio in funzione di questo effetto. Negli anni molti prestigiatori si sono messi all’opera per creare nuove varianti di questa conta. Tuttavia, oggi giunge a noi ancora con il classico maneggio. Spesso è insegnata, però, con alcune finezze derivanti dalla scuola spagnola, per esempio la sottigliezza di “spezzare” il movimento durante la conta e quella, introdotta da Ascanio, che cambia intenzione alla conta, sfilandole dal mazzetto per mostrare le carte. L’intenzione di Hamman in origine, infatti, era quella di contare le carte mentre venivano mostrate.
Nel 1972 apparse su “New Stars of Magic”, senza citare il creatore, una versione della conta partendo però dalla posizione per la conta di Elmsley. Questa conta è stata poi ripubblicata nel 1979 da Martin Nash, creando la sua versione, su “Sleight Unseen” con il nome di Hamsley Count. Questo metodo fu ripreso in modo simile anche da Marlo in “Marlo’s Plus Package” (1983) e da Daryl in “Daryl’s Psychological Assembly” (1985) negli anni successivi.
Un’altra variante interessante è quella creata da Philip T. Goldstein, la Haback Count, pubblicata per la prima volta su “Counts, Cuts, Moves and Subtlety” (1977), una combinazione della conta Hamman con un’altra creazione dello stesso prestigiatore, la conta Flushtration.