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Il glide, o scivolata in italiano, permette di scambiare l'ultima carta del mazzo con quella immediatamente sopra ad essa. Tramite l'utilizzo di questa tecnica si possono ottenere vari tipi di effetti, come trasposizioni, acaan, trasformazioni e così via.
I primi cenni storici sul glide nell'utilizzo magico sono in “The Discoverie of Witchcraft” del 1584, nel quale viene descritto come una sorta di antenato del "second deal", infatti veniva mostrata l'ultima carta e, tramite un injog di essa, veniva distribuita la penultima. Infatti nel 1979 in “CardMagic” di Richard Kaufman, verrà ripresa la parte dedicata alle carte di “The Discoverie of Witchcraft” e, al “glide” qui spiegato, darà il nome di “injog glide”.
Per avere una prima descrizione della “scivolata” come la conosciamo oggi, dobbiamo aspettare il 1876 in “Modern Magic“ del Professor Hoffmann, in cui troviamo sia la spiegazione che la sua applicazione ad una sorta di “C.A.A.N”. Per una descrizione più approfondita bisogna attivare fino al 1897 in “New Era Card Tricks” di August Roterberg.
Qualche piccola variante si trova in “Original Magical Creations” scritto da Stanley Collins nel 1915, in cui viene utilizzata una carta extra e in “The Four Full Hands Written”(1921) di Charles T. Jordan, in cui viene utilizzato il glide multiplo in un effetto che vede coinvolti i 4 assi. La scivolata venne trattata anche nel 1937 “Encyclopedia of Card Tricks” di Glenn G. Gravatt e Jean Hugard. Sempre Jean Hugard in “The Magic Annual for 1938 and 1939” applica il “glide false count” al “six card repeat”.
Una variante molto importante arriva nel 1940 con “Expert card technique “, in cui viene spiegato “a new glide”. Qui il modo di tenere il mazzo è totalmente diverso rispetto a come lo abbiamo visto finora: infatti fino adesso veniva tenuto per i lati lunghi, mentre, in questa descrizione su "Expert card technique", il mazzo viene tenuto sui lati corti facendo una sorta di pressione sull'ultima carta, in modo da farla scivolare e da poter prendere agevolmente la penultima. Questo tipo di maneggio potrebbe essere visto come un precursore dell’ ”Ovette Master move” (apparsa poi nel 1967 in The Pallbearers Review Vol. 1-4).
Sostanzialmente, queste sopra citate, sono le varie versioni di questa tecnica; altri autori, naturalmente, l’hanno trattata nei loro libri, ma senza apportare sostanziali modifiche, piuttosto è stata utilizzata in vari modi, dalla forzatura, al change, alla falsa conta e molti altri. Oppure é stata utilizzata per creare versioni di molti classici cartomagici, come: “acqua e olio”, “Card At Any Number”, “sandwich”, “trasposizioni” e tanti altri ancora.