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Nel 1790 un tappezziere di nome Guilleret inventò uno strumento di costrizione per l'ospedale psichiatrico di Bicetre a Parigi; esso aveva maniche lunghe cucite alle estremità, che potevano essere legate al corpo del paziente per evitare che potesse fare del male a sé stesso o ad altri. Pochi minuti dopo essere stata indossata, la camicia di forza provocava diversi effetti sul paziente: la sua capacità respiratoria diminuiva, il battito del cuore aumentava e i muscoli delle braccia venivano sottoposti a stress. Evadere da una camicia di forza sembrava impossibile, ma non per l’uomo che sfidò qualunque tipo di elemento di costrizione: Harry Houdini.
Nato a Budapest nel 1874, con il nome di Ehrich Weiss, emigrò con la sua famiglia ancora bambino, verso gli Stati Uniti nel 1878 e poi verso Appleton. Nel 1883, fece il suo pubblico debutto al Jack Hoeffler’s Five Cents Circus, con il nome d’arte di “Ehrich il principe dell’aria”. Egli eseguiva numeri acrobatici sulla corda tesa, ispirato dal funambolo Jean Weitzman.
Nel 1889 entrò a far parte del Pastine Athletic Club e fu assunto al cravattificio Richter’s Sons in Broadway Street a New York. Nel 1891 rimase così affascinato dal libro di Robert Houdin che decise di licenziarsi dal cravattificio per diventare un mago professionista. Convinse un suo amico e collega alla Richter’s Sons, altrettanto appassionato di magia, a mettere in scena uno spettacolo magico.
Nel 1891 Ehrich Weiss cambiò il suo nome in Harry Houdini e i due lanciarono uno spettacolo magico con il nome di “Brothers Houdini”.
Nel 1894, Houdini incontrò Wilhelmina Beatrice Rahner, la componente di un gruppo di cantanti e ballerine chiamate “Floral Sisters”. Si sposarono e iniziarono a stupire il pubblico con una versione aggiornata dell’illusione della “Metamorfosi” inventata anni prima da John Nevil Maskelyne.
Nell’illusione, Houdini veniva rinchiuso in un baule, dopo essere stato legato con delle corde e messo in un sacco legato in cima; il baule veniva chiuso con un lucchetto, Beatrice avvolgeva una tenda intorno a sé e al baule, batteva le mani 3 volte e la tenda veniva levata; Houdini appariva fuori dal baule, apriva i lucchetti e il baule e dentro al sacco appariva Beatrice legata come Houdini pochi secondi prima.
Nel 1899, l’impresario teatrale Martin Beck dopo aver visto Houdini esibirsi a St. Paul, in Minnesota, decise di farlo diventare una star. Beck consigliò ad Houdini di dedicarsi solo ai numeri di escapologia, ma Houdini non abbandonò i numeri con le carte, anche se ormai l’ex Re delle carte era diventato il “Re delle manette”.
La sfida contro la morte più spettacolare di Houdini fu l’evasione dalla cella della tortura, presentata per la prima volta il 21 settembre 1912 al Circus Busch di Berlino, la sfida era quella di evadere entro due minuti da una cella piena d’acqua dopo essere stato legato a testa in giù e assicurato al coperchio della cella con dei lucchetti.
Nel corso della sua carriera, Houdini compì incredibili performance mai viste prima nel mondo dello spettacolo, fece scomparire un elefante, riuscì a sfuggire dopo essere stato rinchiuso legato in una cassa di legno e gettato in un fiume, riuscì ad evadere da camicie di forza sospeso in aria a testa in giù, sotto gli occhi meravigliati di migliaia di persone, riuscì a sfuggire da bidoni del latte di metallo, prigioni e liberarsi da qualunque manetta. Ebbe una vita incredibile, il popolo lo identificava come una sorta di supereroe, un uomo che era riuscito a infrangere gli specchi di una società dominata dall’immigrazione, schiavitù e dalla privazione della libertà.
Egli era un uomo fisicamente forte ma, allo stesso tempo, veramente fragile. Era costantemente alla ricerca di sfide contro la morte per incrementare il suo ego. Combatté contro i medium fraudolenti perché era ossessionato dall’idea di mantenere un contatto con sua madre defunta e prima di morire lasciò un'ultima lancia nelle mani degli oppositori dello spiritismo, fece un patto con la moglie Bess dicendole che se fosse stato possibile l'avrebbe contattata tramite un messaggio in codice convenuto tra loro due ("Rosabelle, rispondi, parla, prega, rispondi, guarda, parla, rispondi, rispondi, parla").
Ogni notte di Halloween, per i successivi dieci anni, Bess tenne una seduta spiritica per verificare il patto. Nel 1936, dopo un'ultima fallimentare seduta sul tetto del Knickerbocker Hotel di Los Angeles, Bess si arrese e spense la candela dicendo: "Anche la mia ultima speranza se ne è andata. Non credo che Houdini possa tornare da me o da chiunque altro. Ho mantenuto viva la fiamma accanto alla fotografia di Houdini per dieci anni, ma è giunto il momento di spegnerla. Buona notte Harry".
Fuggì da manette, prigioni, catene, camicie di forza, ma non riuscì a fuggire dalla sua morte. Durante la notte del 31 ottobre 1926, Harry Houdini morì in una stanza del Grace Hospital di Detroit all’età di 52 anni.
Per molto tempo, in seguito al film biografico “Houdini”, prodotto negli anni ’50 e interpretato da Tony Curtis e Janet Leigh, il pubblico pensò che Houdini avesse perso la vita durante l’evasione dalla cella della tortura. Secondo quanto riportato sul certificato di morte, rilasciato dal dipartimento della salute del Michigan, Harry Houdini morì a causa di una diffusa peritonite, probabilmente, conseguenza della rottura traumatica dell’appendice, dopo essere stato preso a pugni da Gordon Whitehead, uno studente della Montreal’s McGill University, che voleva testare la potenza dei suoi addominali. La sua appendice, però, aveva una brutta conformazione anatomica, inoltre era solito nascondere in bocca alcuni piccoli strumenti utilizzati per liberarsi e con molta probabilità l’ingestione accidentale di uno di questi potrebbe aver causato la peritonite. Ma la verità sulla sua morte, così come molti altri lati della sua vita sono ancora avvolti nel mistero.
“Il mio cervello è la chiave che mi rende libero”. Harry Houdini.