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Héctor René Lavandera, meglio conosciuto come René Lavand, nasce il 24 settembre 1928 in Argetina nella città di Buenos Aires. Suo padre, Antonio Lavandera, era un calzolaio e sua madre, Sara Fernandez, era un’insegnante.
Fin dalla tenera età René cominciò ad appassionarsi sempre più all’arte della prestigiazione. All’età di sette anni, accompagnato da sua zia Giovanna ad uno spettacolo del prestigiatore “Chang “che si esibiva nella città di Buenos Aires. Sempre negli stessi anni René imparò il suo primo gioco di prestigio da un amico di famiglia che gliene insegnò uno con un mazzo di carte.
Vari anni dopo, in seguito al fallimento dell’attività del padre, tutta la famiglia Lavand dovette trasferirsi da Buenos Aires a Coronel Suarez, città nella quale avvenne l’incidente che cambiò per sempre la vita di Lavand.
Durante i festeggiamenti per il carnevale del 1937 un diciassettenne alla guida dell’auto travolse il piccolo René mentre, con altri suoi quattro amici, stava attraversando la strada. Trasportato immediatamente al primo ospedale vicino, il pronto intervento dei dottori riuscì a salvare la sua vita. Al suo risveglio, come racconta nella sua autobiografia, le parole dei dottori lo lasciarono attonito, apprendendo la notizia che, a causa dell’incidente, gli venne amputata la mano e parte del braccio.
In un primo periodo, a causa dell’incidente, cadde in un profondo stato di depressione e paranoia, sviluppando un forte compresso di inferiorità che, come lui stesso affermò, lo accompagnò per moltissimi anni.
Dopo alcuni anni, rivedendo lo stesso mazzo di carte con il quale aveva imparato ad eseguire il suo primo gioco con le carte, decise voler riprendere la vecchia passione. Il primo libro di magia di magia in cui venne in possesso, che gli fu regalato da un amico (un certo Leonardi), fu Cartomagia di Joan Berna.
Leggendo il libro René ebbe la riconferma di ciò che già sapeva e si aspettava: tutte le tecniche necessitavano l’ausilio di entrambe le mani. Si mise, in vano, alla ricerca di libri e maestri che potessero insegnare a lui la prestigiazione, ma tuttavia come lui stesso disse: “Non esistevano libri o maestri che potessero insegnarmi la prestigiazione con una sola mano, ho dovuto creare un adattamento. Tutta la mia vita è stata un adattamento”. Fare magia con una sola mano pareva a tutti impossibile e per questo motivo René dovette reinventare e riadattare tecniche e giochi di ogni genere con l’ausilio di una sola mano.
Nel 1955 morì il padre Antonio a causa di un cancro e a causa dei debiti da estinguere René trovò lavoro presso una banca. Durante questo periodo conobbe Sara, la quale sarebbe diventata la sua futura moglie.
Continuò a lavorare in banca fino all’età di 32 anni e, parallelamente, continuò a coltivare nonostante le difficoltà la passione per l’arte magica.
Dopo anni di studio, 1961 vinse un concorso di magia che fu per lui la svolta della vita. Dopo aver vinto quel concorso, gli venne offerto di esibirsi nel “Teatro Nacional” e al teatro “Tabarsi” di Buenos Aires, iniziando ad apparire in spettacoli di varietà.
La sua famma crebbe sempre di più fino e nel 1965 cominciò ad esibirsi al di fuori dell’Argentina muovendosi, tuttavia, solo in America latina.
Attorno agli anni ’80 cominciò ad esibirsi anche nel resto del mondo, salendo sui palchi di Stati Uniti, Giappone, Portogallo, Spagna etc etc… Durante i suoi viaggi René si esibì in teatri, tenne conferenze per maghi e partecipò a moltissimi programmi televisivi che gli diedero una grande fama. I principali programmi televisivi nei quali René si esibì furono: The Ed and Sullivan Show e The tonight show negli Stati Uniti; Ilusiones in Portogallo e, in Spagna, Nada x aquì.
Nel 1988 pubblicò la sua autobiografia dal titolo “Barajando recuerdos: memorias de un ilusionista”, nel 1993 pubblicò “Magic from the soul” e molti altri tra cui “Lentidigitation Vl1 e Vl.2” o “Mysteries of my life”, nonché vari DVD com “René Lavand in London”, “The great pretender” e “Maestro”.
Nella sua vita ha preso parte anche ad alcuni film come “Un oso rojo” nel 2002, interpretando un boss criminale e, nel 2013 “El gran simulator”, un docufilm sulla sua vita.
La città di Tandil il 15 dicembre del 2012 decise di onorarlo con una statua collocata nei giardini del palazzo municipale.
All’età di 86 anni, il 7 febbraio del 2015, una polmonite correlata da numerose complicanze portò alla morte René Lavand nella clinica di Tandil.
PENSIERO
René Lavand ha sempre dato una grandissima importanza alle presentazioni. Come lui stesso diceva voleva aggiungere “bellezza allo stupore” e la stessa bellezza si ritrova nella parola. Secondo René le parole avevano un grandissimo potenziale in ogni situazione e questo potenziale doveva essere utilizzato nella magia. La parola può dare, ad un qualsiasi esibizioni, caratteristiche comiche, drammatiche o romantiche (è il prestigiatore stesso che, in base alla sua personalità, deve scegliere cosa vuole comunicare).
Un altro elemento di grandissima importanza, correlato alla presentazione, è il timing. Il timing era visto da René Lavand come l’ingrediente fondamentale che, unito alla parola, trasmetteva un’emozione. Per quando riguarda le tipologie di ritmo Lavand ne individuava quattro: uniforme, uniformemente accelerato, uniformemente decelerato e condizionato.
René Lavand è, senza dubbio, conosciuto per aver inventato il temine lentidigitation (lentidigitazione). Il termine faceva riferimento al pensiero che, l’esecuzione lenta di un gioco rendesse l’effetto stesso molto più potente di un’esecuzione con un ritmo veloce.
È iconica la sua frase che utilizzava nella presentazione dell’acqua e olio Non se puede hacer mas lento, ovvero, non si può fare più lentamente.
Come spiega approfonditamente nel libro “Lentidigitation”, alcuni tra principali vantaggi della scelta di un’esecuzione lenta sono la maggior chiarezza dell’esecuzione, al quale aumenta lo stupore, la maggior drammaticità dell’esecuzione e, soprattutto, questa scelta scongiura ogni possibile pensiero, da parte dello spettatore, che il segreto del gioco risieda nella “velocità di mano” del performer.